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Falloplastica

Dall’alba dell’umanità il pene si è identificato con il concetto di mascolinità; presso gli antichi Greci un pene di piccole dimensioni era considerato l’optimum ma questo concetto ha subìto progressivamente una profonda trasformazione; per molti uomini il desiderio di un pene di maggiori dimensioni nel confronto con il resto della popolazione maschile può essere importante. I termini di identità fallica e di fallocentrismo indicano rispettivamente la ricerca di identità da parte del maschio nel suo pene con enfasi sull’idea che “più grosso è meglio” e il concetto che il pene è centrale per l’identità maschile.
Esiste un sostanziale accordo sulle misure medie di un pene normale, per la lunghezza in condizioni di riposo, dopo stiramento e in erezione sul dorso dalla giunzione tra il pene e il pube e la punta del glande, per la larghezza nel punto centrale a riposo e in erezione: esse sono di 8,9 cm a riposo, 12,3 cm dopo stiramento, 12,7 cm in erezione per la lunghezza; 9,4 e 11,5 cm rispettivamente per la circonferenza a riposo e in erezione; dunque solo un pene di lunghezza inferiore a 4 cm in flaccidità e 7,5 cm in erezione può essere considerato realmente un micropene.
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La maggior parte degli organi sessuali maschili sono in effetti normali e perfettamente in grado di svolgere la loro funzione; tuttavia, in molti uomini la convinzione di inadeguatezza delle dimensioni è frequente anche quando il proprio pene è perfettamente normale; nella maggior parte dei casi questi soggetti soffrono di ansia da pene piccolo, la preoccupazione che le dimensioni dei propri genitali siano osservate e giudicate negativamente da estranei; in una più ridotta percentuale di casi si manifesta un vero disturbo ossessivo-compulsivo che va sotto il nome di dismorfofobia peniena.

L’offerta di soluzioni miracolose (pillole, creme, pompe, dispositivi per trazione) è enorme ma la maggior parte questi prodotti hanno scarsa o nulla efficacia. La prospettiva di poter modificare chirurgicamente il proprio pene ha moltiplicato esponenzialmente le richieste di interventi di allungamento/ampliamento (falloplastica) in uomini con pene di normali dimensioni.

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La tecnica più utilizzata per l’allungamento è la sezione del legamento sospensore del pene di solito associata a una plastica di scorrimento della cute pubica; essa non modifica la lunghezza del pene, ma lo rende più sporgente svincolandolo parzialmente dal suo punto di ancoraggio; poiché la cicatrizzazione tende a retrarre nuovamente il pene sono spesso utilizzati dei distanziatori in silicone; in alternativa, e con minor rischi, la stabilizzazione può essere ottenuta con l’uso di dispositivi di trazione. Anche nelle mani di chirurghi esperti il miglior incremento di lunghezza ottenibile con questa tecnica non supera i 2,5 cm, più frequentemente è compreso tra 1 e 2 cm; le conseguenze possono essere gravi, con perdita di sensibilità del glande, alterata stabilità e “scrotalizzazione” del pene.

La tecnica di Perovic, basata sull’interposizione di cartilagine costale tra gli apici cavernosi e il glande è riservata a centri ad altissima specializzazione. La tecnica più diffusa di allargamento del pene prevede l’uso dei cosiddetti filler, iniettati nello spazio tra la cute del pene e i corpi cavernosi; il più diffuso è il grasso prelevato per liposuzione che presenta tuttavia una elevata instabilità dovuta al suo riassorbimento con risultati a distanza insoddisfacenti sotto il profilo estetico. Ancora sperimentali, come del resto tutta questa chirurgia, e non approvati nell’UE sono gli impianti di manicotti di silicone (Penuma) o di supporti colonizzabili dalle cellule dell’ospite (scaffold); più promettenti, ma limitate a centri con elevata esperienza, le tecniche di ampliamento dei corpi cavernosi con innesti di tessuto biologico (grafting).

La falloplastica per finalità estetiche deve essere considerata a tutti gli effetti sperimentale e non approvata dalle maggiori società scientifiche urologiche. Il Paziente affetto da ansia da pene piccolo o dismorfofobia peniena che richiede una falloplastica deve essere valutato innanzitutto sotto il profilo sessuologico e psichiatrico; laddove l’intervento chirurgico si inserisca all’interno di un perimetro di cura deve essere fornita una corretta informazione sui risultati ottenibili e sui rischi connessi con questo tipo di chirurgia.

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Dott. Massimo Capone

Medico Chirurgo specialista in Urologia e Andrologo, Massimo Capone è specialista delle problematiche relative alla sessualità maschile, di chirurgia plastica e ricostruttiva dei genitali maschili, della chirurgia protesica del pene nonché dei disturbi della fertilità.

Competente, affidabile, cordiale, chiaro ed esauriente nel rispondere alle domande – dicono i pazienti. Classe 1960, il dott. Capone è specializzato con lode in Urologia presso l’Università di Trieste con una tesi dal titolo “Comportamento sessuale e soddisfazione del Paziente sottoposto ad Impianto Protesico Penieno nell’Impotenza di varia eziologia”.