L’offerta di soluzioni miracolose (pillole, creme, pompe, dispositivi per trazione) è enorme ma la maggior parte questi prodotti hanno scarsa o nulla efficacia. La prospettiva di poter modificare chirurgicamente il proprio pene ha moltiplicato esponenzialmente le richieste di interventi di allungamento/ampliamento (falloplastica) in uomini con pene di normali dimensioni.
Aggiorna le tue scelte
La tecnica di Perovic, basata sull’interposizione di cartilagine costale tra gli apici cavernosi e il glande è riservata a centri ad altissima specializzazione. La tecnica più diffusa di allargamento del pene prevede l’uso dei cosiddetti filler, iniettati nello spazio tra la cute del pene e i corpi cavernosi; il più diffuso è il grasso prelevato per liposuzione che presenta tuttavia una elevata instabilità dovuta al suo riassorbimento con risultati a distanza insoddisfacenti sotto il profilo estetico. Ancora sperimentali, come del resto tutta questa chirurgia, e non approvati nell’UE sono gli impianti di manicotti di silicone (Penuma) o di supporti colonizzabili dalle cellule dell’ospite (scaffold); più promettenti, ma limitate a centri con elevata esperienza, le tecniche di ampliamento dei corpi cavernosi con innesti di tessuto biologico (grafting).
La falloplastica per finalità estetiche deve essere considerata a tutti gli effetti sperimentale e non approvata dalle maggiori società scientifiche urologiche. Il Paziente affetto da ansia da pene piccolo o dismorfofobia peniena che richiede una falloplastica deve essere valutato innanzitutto sotto il profilo sessuologico e psichiatrico; laddove l’intervento chirurgico si inserisca all’interno di un perimetro di cura deve essere fornita una corretta informazione sui risultati ottenibili e sui rischi connessi con questo tipo di chirurgia.