Ti sei accorto che, toccandoti lo scroto, hai una vena estrusa e dilatata, che assomiglia proprio ad una vera e propria vena varicosa?
Questa vena magari ti da una cronica sensazione di pesantezza ai testicoli, unita a calore, a volte bruciore, con un fastidio che non sai ben definire?
Il varicocele è una vera e propria varice, una delle tante manifestazioni dell’Insufficienza Venosa Cronica.
È una condizione patologica che spesso rimane silente, ma che a volte, in determinate condizioni, diventa ben visibile, e da origine ad una sintomatologia chiara, e che spesso comporta anche l'infertilità per il soggetto che ne è affetto.
Fortunatamente, la moderna Chirurgia può risolvere in breve tempo e con un piccolo intervento ambulatoriale questa fastidiosa varice, riportando non solo benessere fisico al paziente, ma anche risolvendo - spesso - una condizione di infertilità che non permette il concepimento.
Leggi questa pagina per scoprire che cos’è il varicocele, come si diagnostica, quali sono i suoi sintomi e, soprattutto, qual è l’intervento chirurgico che può risolverlo.
Che cos’è il varicocele?
il varicocele è una vera e propria variche di una vena testicolare
Il varicocele è un’ectasia (dilatazione) di una vena testicolare, facente parte di quel fitto reticolo di vasi chiamato plesso pampiniforme, contenuto dentro lo scroto.
Questa vena testicolare, dilatata e deformata, comprime il testicolo stesso e aumenta la sua temperatura causando, nei casi più gravi, non solo dolore, pesantezza e sensazione di disturbo allo scroto, ma anche infertilità.
Non a caso, il varicocele è una delle prime cause dell’infertilità maschile: la patologia è infatti presente in circa il 30-40% dei pazienti uomini che non riescono ad avere figli, e viene solitamente diagnosticata proprio durante gli screening per l’infertilità.
Da cosa dipende il varicocele?
Il varicocele è una delle tante manifestazioni dell’Insufficienza Venosa Cronica, cioè di quella predisposizione familiare che è alla base delle patologie venose come le varici, o anche le emorroidi patologiche.
La causa di questa predisposizione alle malattie venose non è ancora nota alla scienza medica, ma la familiarità, e dunque l’ereditarietà genetica, non è più ormai materia di dibattito accademico.
Ovviamente, non si ereditano le varici in sé, ma la qualità dei tessuti dell’endotelio, cioè la tonaca interna delle vene.
Tessuti venosi con poco collagene, e dunque poco elastici, hanno molte più probabilità di deformarsi e danneggiarsi, dando dunque origine alle varici, di cui il varicocele è una delle tante manifestazioni cliniche.
La vena malata del varicocele si deforma, le sue valvole interne - che impediscono al sangue di tornare indietro - cedono, e dunque si ha un ristagno patologico che fa dilatare sempre più il vaso, causando cattiva ossigenazione dei tessuti e aumento di temperatura della zona testicolare adiacente.
Il varicocele è una patologia che colpisce quasi esclusivamente uomini ancora molto giovani, solitamente in piena età dello sviluppo (adolescenza o prima età adulta).
I motivi di questa preferenza d’età per l’insorgenza della patologia non sono noti, ma si presume sia dipesa dalle grandi modifiche ormonali dei ragazzi adolescenti, che portano ad un rapido sviluppo volumetrico i testicoli e, dunque, a maggiori probabilità che una vena a loro adiacente possa deformarsi e dare dunque origine alla varice.
Nel 95% dei casi noti, il varicocele colpisce esclusivamente il testicolo sinistro.
Il varicocele è una patologia maschile comune?
Sì, il varicocele è una patologia abbastanza comune tra la popolazione: il Ministero della Salute stima che affligga circa il 10-20% della popolazione maschile, anche se i dati devono essere ragionati sul fatto che, in molti casi, il varicocele non è sintomatico, e dunque la percentuale potrebbe essere anche maggiore.
Quali sono i sintomi tipici del varicocele?
La maggioranza delle condizioni di varicocele è totalmente asintomatica, quindi il paziente che ne è affetto non è proprio a conoscenza della sua condizione clinica.
I casi sintomatici sono dunque la minoranza, ma quando è presente sintomatologia, essa può essere:
- Sensazione di pesantezza e fastidio allo scroto;
- La presenza di una vena in evidenza sulla superficie testicolare, ben visibile e palpabile;
- Aumento di temperatura del testicolo affetto dalla varice;
- Dolore testicolare, spesso riportato come sordo e dal non chiaro punto d’origine;
- Infertilità, sintomo correlato che si scopre solo in seguito ad accertamenti
Soprattutto l’ultimo sintomo, cioè l’impossibilità di avere figli, è spesso il motivo d’accertamento medico che fa scoprire la condizione di varicocele, di cui il paziente non era a riguardo prima degli screening per la fertilità.
L’infertilità dovuta al varicocele è dipesa da un problema termico: la varice, rigonfia di sangue refluo, aumenta di temperatura e si riscalda, uccidendo quindi gli spermatozoi prodotti dai testicoli, che vengono espulsi dunque già morti.
Il varicocele è una delle tante manifestazioni sintomatiche di quella che viene chiamata, in ambito medico, Insufficienza Venosa Cronica.
Questa particolare predisposizione patologica è ereditata geneticamente, e risulta in una minore elasticità dei tessuti interni delle vene, con una minore presenza di collagene.
Senza l'idonea elasticità, la tonaca interna delle vene (l'endotelio) può sfiancarsi facilmente e deformarsi, danneggiando le valvole interne che impediscono al sangue refluo di tornare indietro, dando origine dunque alle varici.
L'Insufficienza Venosa Cronica non è una patologia prevenibile né prevedibile, come del resto molte altre condizioni ereditate geneticamente: non esistono dunque farmaci o buoni comportamenti di vita che possono impedire alle vene di deformarsi.
Come si diagnostica il varicocele?
Il varicocele richiede una visita medica specialistica, andrologica oppure angiologica.
L’ectasia, visibile o meno esternamente, è definitivamente accertata con un EcoColorDoppler testicolare, l’esame d’elezione per valutare la presenza del reflusso venoso e, dunque, della patologia del varicocele.
A corredo dell’esame ecografico, spesso il Medico prescrive anche uno spermiogramma, indispensabile per valutare il deterioramento dello sperma e, dunque, l’infertilità dipesa dal varicocele.
Qual è il trattamento per risolvere il varicocele?
Allo stato attuale della Medicina, non è ancora possibile rigenerare con efficacia i tessuti venosi ormai danneggiati e deformati.
Dunque, esattamente come per le vene varicose delle gambe, il varicocele va rimosso, e la vena malata eliminata.
Un tempo, la vena del varicocele veniva legata chirurgicamente, in un intervento che prevedeva un’incisione scrotale (o sub-inguinale) definito ‘a cielo aperto’.
Anche se questa tecnica era sicuramente efficace, il tempo di recupero per il paziente e il disagio post-operatorio erano considerevoli.
Attualmente, tale tecnica - seppur ancora valida- è stata soppiantata dalle tecniche mini-invasive, eseguibili in regime di day surgery e che permettono dimissione immediata e un pressoché immediato ritorno alle normali attività quotidiane.
La tecnica d’elezione per chiudere definitivamente il varicocele è quello della sclerotizzazione, cioè della sclerosi chimica, causata dall’inoculazione di un farmaco chiamato Atossisclerol.
Dopo una piccola anestesia locale, con una minuta incisione sub-inguinale la vena del varicocele viene esteriorizzata - cioè scoperta - e il farmaco sclerosante viene iniettato per via retrograda, ovverosia dal basso verso l’alto.
Il farmaco provoca un’immediata irritazione dell’endotelio della vena, che si chiude (sclerotizza), risolvendo dunque l’ectasia.
Il paziente, dopo un breve periodo d’osservazione, può tornare subito a casa, riprendendo le attività lavorative anche il giorno dopo.
L’intervento chirurgico per il varicocele è pericoloso?
L’intervento chirurgico per il varicocele a base di scleroterapia è un intervento sicuro, davvero mini-invasivo e ottimamente tollerato dalla gran parte dei pazienti.
I rischi, davvero rari, sono quelli di qualsiasi altro intervento chirurgico similare.
I casi di allergie note all’Atossisclerol sono rarissimi - pochi casi noti in tutto il mondo - e le complicanze come emorragie e infezioni sono inferiori all1%.
L’intervento chirurgico per il varicocele è doloroso?
No, l’intervento di scleroterapia per il varicocele è assolutamente indolore, poiché eseguito in anestesia locale o spinale.
Per i pazienti molto giovani, a volte è prevista una leggera sedazione, sempre accompagnata dall’anestesia locale.
Il dolore post operatorio è pressoché nullo: l’incisione sub-inguinale è piccolissima, tanto da richiedere solo pochi punti di sutura, e il massimo del fastidio, comunque momentaneo, è dato dal normale edema post-chirurgico, che si risolve entro pochi giorni.
La sensazione di fastidio può essere tenuta agevolmente sotto controllo con l’assunzione di comuni antidolorifici, anche da banco.
Il liquido sclerosante utilizzato per chieudere definitivamente il varicocele, non dissimilmente da quello stesso utilizzato per curare le vene varicose, è un derivato dell'alcool, chiamato polidocanolo.
Questo liquido, iniettato direttamente nelle vene, crea una forte irritazione chimica alle pareti dei vasi che, per difesa, si retraggono e si chiudono.
Questo fa sparire completamente la vena malata, che sarà poi lentamente riassorbita dal corpo.
La vena diciamo 'uccisa' non è pericolosa per la vita, poiché il sistema venoso umano è una fittisima rete di vasi che, proprio come un'ampia ragnatela, possono compensarsi tra di loro.
Va sempre ricordato che il varicocele, come del resto le vene varicose delle gambe e le emorroidi, è una patologia del circolo venoso superficiale del corpo: un sistema che è responsabile di un minimo recupero del sangue venoso, al contrario invece del sistema venoso profondo, che da solo porta oltre il 95% di tutto il sangue refluo.
Dopo quanto tempo si può riprendere l’attività lavorativa e sportiva dopo l’intervento per il varicocele?
La dimissione del paziente è immediata, in quanto l’intervento è eseguito o ambulatorialmente, o comunque in regime di day surgery.
Il lavoro di concetto può essere ripreso anche dopo 24 ore, mentre è suggerito astenersi da sforzi e attività fisica per circa 2-3 settimane, il tempo necessario per far guarire la piccola ferita esterna.
Dopo quanto tempo è possibile riprendere l’attività sessuale dopo l’intervento per il varicocele?
L’attività sessuale può essere ripresa dopo qualche settimana, solitamente dopo 14-20 giorni.
Va ricordato che l'operazione di sclerotizzazione del varicocele, se ben eseguita, non ha alcun impatto sulla vita sessuale del paziente, né sulla sua possanza o vigore sessuale ma anzi, è un trattamento obbligartorio in caso vi sia un'accertata infertilità causata proprio dalla presenza della varice testicolare.
Chi è il Medico specialista per trattare il varicocele?
Il varicocele è una patologia oggetto d’interesse dell’Andrologia, cioè quella parte dell’Urologia che studia e cura le patologie prettamente maschili, nonché della Chirurgia Vascolare, cioè quella branca della Medicina che studia e cura il sistema circolatorio umano.
Dunque, per diagnosticare e trattare il varicocele, è possibile rivolgersi ad un Chirurgo Andrologo oppure ad un Chirurgo Vascolare: entrambi i Medici hanno grande esperienza ne trattare chirurgicamente le varici testicolari.
Ristagnando nella vena testicolare malata e deformata, il sangue venoso, povero di ossigeno, riscalda eccessivamente il testicolo proprio sotto il varicocele.
Esattamente come una vena varicosa della gamba, che cominica a dare calore e prurito, anche il varicocele spesso dà questi sintomi e, cosa ben peggiore, col suo calore uccide gli spertmatozoi prodotti dalle cellule germinali.
Difatti, i delicati spermatozoi possono sopravvivere fuori dai testicoli entro precise condizioni di acidità e di temperatura: non a caso, i testicoli stessi sono posizionati sotto il pene, racchiusi nello scroto, proprio per dissipare l'eccessivo calore prodotto dal corpo.
Ecco perché il varicocele è una delle cause più comuni di infertilità maschile.
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Quindi ricorda che...
- Il varicocele è un’ectasia (dilatazione) di una vena testicolare, che si gonfia e si distorce;
- La causa esatta del varicocele non è nota alla scienza, ma è comunque una delle tante manifestazioni dell’insufficienza venosa cronica;
- L’insufficienza venosa cronica è una patologia ereditaria: non si ereditano le varici, ma la qualità dei tessuti venosi che possono divenire varici;
- Il varicocele è molto più comune nei ragazzi e nei giovani uomini, entro i 20 anni d’età;
- Quasi sempre, il varicocele si manifesta sul testicolo sinistro, per via dell’accentuata tortuosità del complesso venoso dello stesso rispetto al suo gemello destro;
- Nella maggior parte dei casi, il varicocele è asintomatico;
- Quando sintomatico, il varicocele può manifestare pesantezza testicolare, sordo dolore che si accentua durante la giornata in piedi, infertilità e aumento di temperatura del testicolo malato;
- L’aumento di temperatura del varicocele, dato dal ristagno di sangue refluo della varice, può causare moria degli spermatozoi e conseguente infertilità;
- Il varicocele sintomatico deve essere trattato esclusivamente per via chirurgica;
- Vi sono differenti tipi di interventi per la rimozione del varicocele, ma attualmente si preferisce eseguire un piccolo intervento ambulatoriale mini-invasivo basato sulla scleroterapia;
- I tempi di ripresa dall’intervento mini-invasivo sono davvero ridotti, e il paziente può tornare a casa subito dopo il piccolo intervento;
- Non è possibile prevenire il varicocele che, come del resto qualsiasi altra patologia basata su un’ereditarietà genetica, può manifestarsi in qualsiasi momento, specie durante la maturazione sessuale
Nota deontologica
L'Andrologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.
Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.
Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:
martedì 30 luglio, 2024
Il Dott. Massimo Capone è un Medico Chirurgo Andrologo, specializzato in Urologia e perfezionato in Chirurgia Andrologica.
Sin dal suo percorso accademico, il Dottore si è focalizzato sulle problematiche relative alla sessualità maschile, sulla chirurgia plastica e ricostruttiva dei genitali maschili, sulla chirurgia protesica del pene nonché sui disturbi della fertilità.
Competente, affidabile, cordiale, chiaro ed esauriente nel rispondere alle domande, il Dott. Massimo Capone ha introdotto, tra i primi in Italia, il protocollo rigenerativo dei tessuti dei corpi cavernosi del pene basato sulle onde d'urto a bassa intensità.
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