Chirurgia Andrologica e Sessuologia
L’impotenza sessuale - Cause, diagnostica e cura

Chirurgia Andrologica Urologo d'eccellenza

L’impotenza sessuale

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La disfunzione erettile, chiamata anche semplicemente impotenza, è una condizione patologica estremamente comune nella popolazione mondiale: si stima infatti che almeno il 50% degli uomini over 50 abbia avuto, nel corso della propria vita, almeno un episodio di impotenza.

Un tempo condizione stigmatizzata e che causava autentica vergogna e tabù nella società, ormai la disfunzione erettile è una patologia andrologica come tante altre, che si può affrontare e, nella quasi totalità dei casi, risolvere.

Leggi questa pagina, per scoprire cos’è l’impotenza sessuale, da cosa è causata e quello che la moderna Medicina e Chirurgia possono fare per risolverla.

Cosa s’intende per impotenza sessuale?

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L’impotenza sessuale, chiamata in Medicina col termine più appropriato di disfunzione erettile, è il sintomo di una condizione patologica andrologica che impedisce di raggiungere e/o mantenere un’erezione sufficiente ed apprezzabile per consumare un rapporto sessuale completo.

Per ovvi motivi anatomici, la disfunzione erettile è una condizione che colpisce esclusivamente il genere sessuale maschile, idealmente in qualsiasi fascia d’età ma che si concentra con più incidenza nella popolazione over 50.

All’avanzare dell’età non solo aumenta la percentuale di pazienti colpiti da disfunzione erettile, ma parallelamente diminuisce anche l’efficacia delle terapie mediche e farmacologiche.

La disfunzione erettile è una condizione patologica complessa e estremamente prostrante per il paziente che ne è affetto, che arriva spesso ad auto-escludersi non solo dalle relazioni affettive, ma anche dalla società, in un turbine psicologico importante, che sovente mina pesantemente la qualità della vita e delle relazioni interpersonali in generale.

L’impotenza sessuale: un fenomeno molto più comune di quello che si crede

Il Ministero della Salute stima che la disfunzione erettile colpisce almeno il 13% della popolazione, ma si pensa che, data la difficoltà che molti pazienti hanno a parlarne liberamente col proprio Medico, il fenomeno sia sottostimato.

L’età, al contrario di quello che comunemente si può pensare, è un fattore di rischio indipendente: episodi di disfunzione erettile possono colpire anche soggetti giovani, sebbene con l’avanzare della vita si assiste ad un aumento dell’incidenza dell’impotenza.

Circa il 40% dei pazienti attorno ai 50-55 anni, infatti, riporta fenomeni ripetuti d’impotenza, mentre oltre il 50% dei pazienti over 70 è permanentemente affetto da disfunzione erettile.

L’aumento della possibilità di sviluppare la disfunzione erettile in tarda età ha sia motivazioni fisiologiche che farmacologiche.

Dopo i 50 anni, difatti, aumenta il rischio di contrarre patologie per le quali sono necessarie cure farmacologiche costanti, e anche i fattori di rischio cardiovascolari giocano un ruolo primario nell’insorgenza dell’impotenza.

Alcune patologie poi, come ad esempio il diabete mellito o l’ipertensione arteriosa, sono dei noti fattori scatenanti la condizione di impotenza, e spesso tali condizioni affliggono proprio i pazienti sopra i 50 anni.

Anche uno stile di vita scorretto, con poca attività fisica e il consumo cronico di tabacco - un noto vasocostrittore - specie in pazienti tabagisti di lungo corso, giustificano la maggiore insorgenza della disfunzione erettile nella popolazione adulta.

Quali sono le cause dell’impotenza?

La disfunzione erettile è una condizione molto complessa, che può avere natura organica (fisiologica), psicologica od entrambe.

Nel caso della disfunzione erettile di natura organica, sono davvero numerosi i fattori che possono essere coinvolti, anche in associazione:

  • Malattie metaboliche e del sistema cardiovascolare che provochino un danno delle arterie e delle vene implicate nel funzionamento del pene (diabete, ipertensione, cardiopatia ischemica, aterosclerosi);
  • Malattie che provochino un danno del sistema nervoso centrale o periferico (ad esempio, la sclerosi multipla);
  • Malattie o traumi che provochino una alterazione della trasmissione dei segnali nervosi che dal cervello raggiungono il pene per attivare l’erezione (traumi spinali, diabete mellito);
  • Riduzione dei livelli di testosterone (ipogonadismo);
  • Danno dei nervi dell’erezione conseguenza della chirurgia prostatica o rettale;
  • Malattia di La Peyronie, con coinvolgimento del tessuto cavernoso o ripercussioni psicologiche conseguenti all’incurvamento del pene;
  • Aumento dell’età fisiologica, dovuta al naturale invecchiamento

La disfunzione erettile psicologica ha generalmente cause complesse che richiedono per la loro analisi l’intervento dello Psico-sessuologo.

Nella maggior parte dei casi tuttavia la componente organica e quella psicologica coesistono, poiché la disfunzione erettile induce costantemente uno stato di disagio psicologico che a sua volta amplifica gli effetti dei fattori organici.

Stati di stress cronico, tensioni al lavoro o nella vita sociale, tensioni nella coppia o qualsiasi altro elemento di disturbo psicologico possono peggiorare la condizione di disfunzione erettile organica, oppure possono essere proprio la radice originaria del problema.

Consigli andrologici e urologici

Il vecchio nome della disfunzione erettile, a volte ancora utilizzato, è 'impotenza sessuale', ma tale termine è obsoleto, oltreché fuorviante e non indicativo della problematica.

Difatti, un paziente affetto da disfunzione erettile può ancora avere rapporti sessuali di tipo non penetrativo, per cui il termine 'impotenza' risulta inappropriato.

Piuttosto, è bene specificare invece la disfunzione erettile per quello che è, ovverosia la difficoltà ad iniziare o mantenere un'idonea erezione del pene atta a consumare totalmente il rapporto sessuale.

Il calo del testosterone può portare alla disfunzione erettile?

Il testosterone è un ormone di estrema importanza per l’uomo.

Regola molti processi metabolici, non solo prettamente sessuali, ma ha forti incidenze anche sul livello di glicemia, del peso, nell’umore e anche nel tenore del calcio nelle ossa.

L’ormone, nei maschi della nostra specie, comincia ad essere prodotto in quantità massicce durante l’adolescenza, a maturazione sessuale, e si mantiene su livelli grossomodo stabili e molti alti fino ai 40-50 anni circa.

Dopo i 50 anni, vi è un fisiologico calo del testosterone, di circa l’1% ogni anno.

Tale calo diviene più consistente se il paziente è affetto da patologie croniche come diabete mellito e ipertensione.

Il calo del testosterone ha effetti su tutto il corpo del paziente: cala il desiderio sessuale, si manifesta una maggiore propensione all’accumulo di peso, aumenta il rischio di complicazioni vascolari e, ovviamente, aumenta anche contestualmente il rischio di disfunzione erettile.

La misurazione dei livelli di testosterone è dunque una parte importante della diagnosi della disfunzione erettile, e fornisce al Medico Andrologo informazioni spesso indispensabili per arrivare ad una corretta diagnosi dell’impotenza.

Quali sono i sintomi dell’impotenza maschile?

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l'erezione del pene è garantita dai corpi cavernosi, due cilindri elastici che si riempiono di sangue arterioso

Sebbene la disfunzione erettile abbia differenti stadi di gravità e possa affliggere il paziente sia saltuariamente che cronicamente, il sintomo primario rimane sempre quello della difficoltà a raggiungere l’erezione e, contestualmente, a mantenerla idonea durante il rapporto.

Il paziente affetto da impotenza dunque fatica sistematicamente sia a raggiungere che a mantenere un’erezione soddisfacente, congrua per iniziare e concludere con agevolezza il rapporto sessuale, sia preliminare che penetrativo.

Tale condizione ha spesso, anzi quasi sempre, effetti devastanti per la psiche del paziente, con alterazioni dell’umore e stati depressivi che, non di rado, tendono ad auto-escludersi dalle relazioni sociali ed interpersonali, peggiorando così in modo drammatico la sua qualità di vita.

Come si diagnostica la disfunzione erettile?

La diagnosi della disfunzione erettile si basa su molteplici esami:

  • Esame clinico: utile ad accertare la presenza di condizioni generali e locali - fimosi, incurvamento del pene congenito o acquisito - che possano essere messe in relazione con la disfunzione erettile;
  • Profilo ormonale: utile ad accertare l’esistenza di condizioni endocrine - riduzione del testosterone, aumento della prolattina, alterazioni della funzione tiroidea - responsabili di disfunzione erettile;
  • EcoColorDoppler Penieno: durante una erezione indotta farmacologicamente con l’iniezione di vasodilatatori è misurata la velocità del flusso di sangue all’interno delle arterie cavernose del pene.

I dati ottenuti consentono di accertare una riduzione del flusso arterioso al pene, un aumento del deflusso venoso per malfunzionamento delle "valvole" che dovrebbero trattenere il sangue all’interno del pene ("fuga venosa") o situazioni miste nelle quali i due fattori coesistono.

La disfunzione erettile psicologica ha generalmente cause complesse che richiedono per la loro analisi l’intervento dello psico-sessuologo.

Nella maggior parte dei casi tuttavia la componente organica e quella psicologica coesistono poiché la disfunzione erettile induce costantemente uno stato di disagio psicologico che a sua volta amplifica gli effetti dei fattori organici.

Nel caso in cui si sospetti un’origine psicologica della disfunzione erettile possono essere utilizzati strumenti diagnostici più complessi come la registrazione delle erezioni notturne (il RigiScan test).

Consigli andrologici e urologici

La moderna terapia farmacologica orale a base di vasodilatatori ha sicuramente rivoluzionato il trattamento della disfunzione erettile, ma ha due problemi ben noti da tempo: non ha efficacia in caso di danneggiamento della terminazione nervosa che regola l'erezione e, soprattutto, non è curativa delle cause della disfunzione stessa.

Ciò vuol dire che si rivela pressoché inutile nei casi di pazienti reduci da prostatectomia radicale, ad esempio, dove vi è stato un danneggiamento della delicata ramificazione nervosa che circonda tutta la prostata.

Non curando la causa ma avendo effetto solo sui sintomi, la terapia farmacologica va assunta al momento del bisogno, quindi prima dell'atto sessuale, e va ripetuta per ogni volta che s'intende consumare la performance.

Esiste una terapia farmacologica per contrastare la disfunzione erettile?

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Al contrario del passato, in cui sostanzialmente non vi erano terapie davvero efficaci per combattere la disfunzione erettile, la moderna Medicina permette ormai di affrontare un’ampia selezione di casi d’impotenza in maniera efficiente e soddisfacente, senza ricorrere a tecniche chirurgiche invasive.

La disfunzione erettile causata da una riduzione degli ormoni maschili può essere corretta con la somministrazione di preparati a base di testosterone.

Si tratta comunque di una piccola parte di casi e la terapia deve avvenire su prescrizione e sotto stretto controllo medico.

I pazienti affetti da disfunzione erettile di tipo vascolare possono utilizzare in prima battuta i farmaci inibitori dell’enzima fosfodiesterasi di tipo 5 (avanafil, sildenafil, tadalafil, vardenafil).

L’uso di questi farmaci deve avvenire su prescrizione e sotto controllo medico.

Il blocco dell’enzima responsabile della "degradazione" dell’erezione provoca una amplificazione e quindi l’ottimizzazione del meccanismo erettile.

Il presupposto fondamentale per l’azione di questi farmaci è l’integrità dei meccanismi nervosi che trasmettono gli stimoli per l’erezione dal cervello al pene.

L’assunzione del farmaco avviene normalmente prima del rapporto sessuale, ma per una delle sostanze (tadalafil) è previsto anche l’utilizzo giornaliero.

Nei casi di disfunzione erettile lieve o moderata la terapia orale ha una efficacia molto elevata, consentendo il ripristino dell’erezione in più del 70% dei casi.

La percentuale di successo diminuisce proporzionalmente all’incremento del numero e della gravità delle condizioni che provocano la disfunzione erettile.

Nel caso dei soggetti diabetici è bassa, e si annulla nei pazienti sottoposti a chirurgia prostatica o rettale senza l’adozione di tecniche nerve-sparing, a causa dell’interruzione della via nervosa di conduzione dello stimolo.

Solo il 25% dei Pazienti sottoposti a chirurgia prostatica nerve-sparing ottiene un recupero di erezione adeguata alla penetrazione con o senza l’ausilio di farmaci orali.

L’uso di farmaci orali è controindicato in pazienti che siano utilizzatori di nitroderivati per il trattamento della cardiopatia ischemica, assumano inibitori della replicazione virale per HIV o siano portatori di portatori di retinopatia.

Nei pazienti in cui la terapia orale sia inefficace o controindicata la riabilitazione sessuale deve quindi procedere diversamente.

L’iniezione di farmaci vaso-dilatatori all’interno del pene è una modalità di trattamento della disfunzione erettile, utilizzata nei casi in cui le terapie orali sono inefficaci, soprattutto in presenza di una lesione dei nervi che trasmettono lo stimolo al pene provocata da interventi di prostatectomia radicale.

Al contrario di quello che comunemente si pensa, l’iniezione di prostaglandina E1 è indolore e sostanzialmente priva di effetti collaterali.

I rischi della metodica, quando eseguita sotto stretto controllo medico, sono rari e principalmente rappresentati dall’erezione prolungata che, se di durata superiore alle 3 ore, deve essere trattata con la somministrazione di un antidoto.

Tuttavia, per quanto efficace, indolore, a basso rischio e priva di effetti collaterali, l’iniezione peniena di prostaglandina E1 è una metodica poco gradita dai pazienti, che nell’85% dei casi smettono di utilizzarla entro un anno dall’inizio.

Tale tipo di trattamento risulta pertanto adatto principalmente a soggetti con relazioni stabili, bassa frequenza coitale e con modeste aspettative di riabilitazione sessuale.

Più recentemente è stata proposta la somministrazione intra-uretrale di Prostaglandina E1, ma la metodica non ha ancora ottenuto larga diffusione.

Ancora poco diffuso rispetto ad altre realtà come il Nord America l’uso di dispositivi meccanici noti come vacuum device.

A prescindere dal tipo di farmaco deciso dal Medico Andrologo, è bene precisare che la terapia orale e quella iniettiva endocavernosa sono delle terapie sintomatiche della disfunzione erettile: esse curano il sintomo senza modificare la disfunzione erettile, che al cessare dell’effetto del farmaco persiste inalterata.

La cura dell’impotenza con onde d’urto: come funziona?

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La terapia con onde d’urto a bassa intensità è una tecnica terapeutica sviluppata con l’obiettivo di stimolare la rigenerazione del tessuto cavernoso del pene, che può in tal modo recuperare la sua efficienza funzionale.

L’azione delle onde d’urto a bassa intensità sulle cellule del tessuto cavernoso del pene provoca vasodilatazione locale e reclutamento di cellule staminali circolanti, dalle quali origina nuovo tessuto vascolare.

Le onde d’urto possono essere propagate da un macchinario elettromedicale che genera un campo di azione a forma di parallelepipedo, di profondità compresa tra 0 e 30 mm.

La particolare metodica di trasmissione lineare dell’energia caratteristica di questa macchina consente di coprire integralmente i tessuti cavernosi, semplicemente facendo scorrere la fonte terapeutica sul dorso del pene, rendendo il trattamento rapido, agevole e tollerabile, eseguibile ambulatorialmente e privo di effetti collaterali noti.

L’uso delle onde d’urto a bassa intensità consente di ottenere un miglioramento clinico della disfunzione erettile fino al 65% dei pazienti trattati.

Quest’approccio non invasivo e non chirurgico a base di onde d’urto ha rivoluzionato, in tempi recenti, tutta la terapia per la disfunzione erettile, risolvendo spesso molti casi refrattari ai trattamenti farmacologici oppure eliminando la necessità, per i pazienti, di assumere la terapia dei farmaci.

Cos’è la protesi peniena e la cura chirurgica dell’impotenza?

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Quando tutti i trattamenti medici falliscono, la moderna Chirurgia Andrologica permette di risolvere i casi più gravi di impotenza ricorrendo all’uso di una protesi peniena.

La protesi peniena è un dispositivo chirurgico atto a ripristinare la funzione erettile, con rigidità identica a quella naturale, in pazienti con disfunzione erettile grave che non siano responsivi, non possano o non vogliano utilizzare la terapia orale o iniettiva.

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protesi impiantata, completamente invisibile

La protesi peniena viene impiantata chirurgicamente con un intervento mini-invasivo, non doloroso e dal recupero rapido per il paziente, che la moderna Chirurgia ormai esegue con protocolli d’eccellenza.

La protesi peniena, riservata quasi esclusivamente ai casi totalmente refrattari alle cure mediche, permette di risolvere definitivamente il problema dell’erezione, consentendo al paziente il ritorno ad una normale e soddisfacente vita di coppia.

Attualmente, le protesi peniene in commercio sono di due tipi:

  • Protesi a volume costante, caratterizzate da rigidità ottimale e affidabilità meccanica assoluta.

    Il pene mantiene uno stato di attivazione permanente, che non induce disagio all’uomo al di fuori dell’attività sessuale essendo adattabile all’interno degli indumenti intimi.

    La protesi viene ‘attivata’ con un rapido e naturale movimento manuale, e viene altrettanto rapidamente messa ‘a riposo’ dopo aver concluso il rapporto, con la stessa facilità d’attivazione;

  • Protesi a volume variabile, in cui la rigidità del pene è ottenuta azionando una piccola pompa nello scroto, che sposta un liquido da un serbatoio posto a lato della vescica in due cilindri all’interno dei corpi cavernosi del pene, generando l’erezione.

    Al termine del rapporto i cilindri protesici sono svuotati sino al ciclo successivo, senza dolore o fastidi per il paziente.

Tutte le protesi peniene, sia a volume costante che variabile, sono completamente integrate all’interno delle strutture genitali del paziente, e pertanto non sono visibili né riconoscibili dall’esterno.

Altresì, le protesi peniene hanno esclusivamente la funzione di ripristinare una rigidità dell’organo adatta alla penetrazione, senza modificare il desiderio e il piacere sessuale.

L’impianto di una protesi peniena determina una soddisfazione nel paziente e nella sua partner molto elevata, generalmente superiore al 90% e comunque più alta, in percentuale, di qualunque altra terapia per la disfunzione erettile.

Quando è il caso di impiantare una protesi peniena?

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Attualmente il 27% delle protesi sono impiantate per disfunzione erettile conseguente a chirurgia per il carcinoma prostatico.

La disfunzione erettile conseguente a diabete mellito, a patologie vascolari o alla malattia di La Peyronie rende necessaria la protesi peniena nel 20%, 18% e 10% dei casi rispettivamente.

In via generale, è necessario prendere in considerazione l’ipotesi di impianto di protesi peniena quando la disfunzione erettile non è riducibile con nessuna terapia farmacologica o medica.

L’intervento di impianto di protesi peniena è difficile o doloroso?

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Assolutamente no.

L’impianto di protesi peniena è una procedura chirurgica rapida, di durata compresa tra 40 e 60 minuti.

La dimissione del paziente avviene entro le 24 ore successive all’intervento e l’inizio della attività sessuale si realizza dopo 5 settimane.

Qual è il Medico che può diagnosticare e curare l’impotenza maschile?

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La disfunzione erettile è un problema squisitamente andrologico, quindi il Medico specialista nella diagnosi e nel trattamento, anche chirurgico, dell’impotenza sessuale è il Medico Urologo, conosciuto anche come Medico Andrologo.

Sovente, questo professionista sanitario, oltre che la sua specializzazione medica, è dotato anche di forti competenze in psicologia sessuale, ed è dunque capace di indirizzare il paziente, nel caso vi fosse bisogno, anche verso percorsi di psicoterapia.

Consigli andrologici e urologici

La protesi peniena è un dispositivo protesico pensato proprio per riportare benessere e normalità nei pazienti affetti da disfunzione erettile grave, insensibile ai farmaci oppure alla cura medica a base di onde d'urto.

Le moderne protesi peniene sono progettate per integrarsi perfettamente nella struttura uro-genitale del paziente, e sono totalmente invisibili all'esterno.

L'impegno di eseguire l'intervento, comunque del tutto sopportabile, viene compensato dal grado di soddisfazione finale sia del paziente che della partner, che non hanno eguali con nessun altro trattamento riabilitativo.

Pensi di soffrire d’impotenza sessuale? Non devi deprimerti, ma devi contattare un Medico Andrologo

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il chirurgo andrologo è lo specialista adatto per la disfunzione erettile

La disfunzione erettile, un tempo considerata un tabù di cui non si doveva parlare, e che creava forte imbarazzo nei pazienti, ora è fortunatamente un argomento di discussione libera.

Sebbene persista ancora, specie nella fascia d’età avanzata, un certo ostracismo nel discuterne e nell’agire per risolverla, l’impotenza è una condizione patologica di cui, nella maggior parte dei casi, i pazienti parlano apertamente col loro Medico.

Per iniziare un valido percorso di cura, dunque, è necessario in primo luogo provvedere ad una visita medica andrologica: solo quel genere di visita specialistica permette infatti al Medico Andrologo di stabilire se vi è una reale condizione d’impotenza, organica o psicologica - od entrambi - e indirizzare il paziente verso l’adeguato percorso di cura.

Ai pazienti timidi, introversi o particolarmente suscettibili, va ricordato che è molto peggio vivere con un costante disagio, specie nei rapporti di coppia, piuttosto che eseguire una semplice visita andrologica.

Il vantaggio che si ha nel diagnosticare con certezza la disfunzione erettile e mettere in atto tutte le terapie necessarie nel risolverla è sicuramente maggiore di qualsiasi reticenza morale.

Vuoi risolvere i tuoi problemi di disfunzione erettile? Il Dott. Massimo Capone è qui per aiutarti

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Il Dott. Massimo Capone è un Chirurgo Andrologo, specialista in Urologia.

Nel corso del suo più che trentennale esercizio della professione medica, il Dott. Massimo Capone si è particolarmente perfezionato proprio nella diagnosi e nella cura della disfunzione erettile, sia con terapie mediche - farmacologiche e/o l’uso delle onde d’urto - che per mezzo della Chirurgia Andrologica.

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Il Dott. Massimo Capone riceve nei suoi studi di Trieste, Padova-Pozzonovo, Treviso-Carbonera, Cervignano del Friuli e Galatone (Lecce).

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Nei suoi studi di Trieste, Cervignano del Friuli (UD), Carbonera (TV), Pozzonovo (PD) e Galatone (LE), tutti modernamente attrezzati, il Dottore eroga visite e trattamenti specialistici di Andrologia ed Urologia, per diagnosticare e risolvere problemi alla sfera sessuale e uro-genitale come:

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Ricorda che il benessere sessuale e la fertilità sono condizioni importanti per ogni uomo, a prescindere dalla sua età: il Dott. Massimo Capone può aiutarti a sentirti meglio, sicuro di te e in salute, affinché tu possa godere di un'ottima qualità della tua vita sessuale, che ti accompagni nel tuo percorso di uomo, di padre, di compagno.

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Sanatorio Triestino Via Rossetti, 62 - 34141 Trieste
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040.94.09.556
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Studio MedicoVia Monfalcone 27 - 33052 Cervignano del Friuli (UD)
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339.68.25.050
CARBONERA - TREVISO
SalusVeneto Vicolo Antonio Vivaldi 2 - 31020 Carbonera (TV)
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Quindi ricorda che...
  • Per disfunzione erettile s’intende la difficoltà d’iniziare o mantenere una buona erezione durante il rapporto sessuale;
  • La disfunzione erettile affligge uomini di qualsiasi età, e può avere motivazioni organiche o psicologiche;
  • Spesso, le motivazioni organiche portano anche conseguenze psicologiche, che peggiorano lo stato fisico del paziente e auto-alimentano la disfunzione erettile;
  • Le principali motivazioni organiche che possono portare alla disfunzione erettile sono il diabete mellito, problemi di natura neurovascolare e la prostatectomia;
  • La prostatectomia, anche se eseguita con tecnica ‘nerve-sparing’, nella maggior parte dei casi porta a serie conseguenze di disfunzione erettile;
  • Solo un 25% dei pazienti prostatici che hanno subito un intervento di prostatectomia riacquista l’idonea capacità erettile;
  • I pazienti diabetici sperimentano quasi sempre la disfunzione erettile come sintomo importante del diabete mellito, a sua volta causato dalla nota angiopatia diabetica;
  • La disfunzione erettile di natura psicologica è spesso causata da traumi subiti nell’infanzia o adolescenza, scarsa autostima di sé, problemi lavorativi o affettivi, a volte anche scarso interesse nel partner;
  • La diagnosi esatta del reale motivo della disfunzione erettile è importante per procedere alla giusta terapia riabilitativa;
  • Le disfunzioni erettili causate da un deficit vascolare possono essere trattate con la somministrazione di farmaci vasodilatatori di accertata efficacia, sia orali che iniettivi;
  • La terapia farmacologica per la disfunzione erettile si rivela inefficace quando essa è causata da un danneggiamento della terminazione nervosa peniena;
  • La terapia ad onde d’urto è molto efficace nel caso di disfunzione erettile causata dal diabete mellito, ed è una terapia di tipo rigenerativo;
  • Disfunzioni erettili gravi possono essere risolte ricorrendo all’impianto di protesi peniene;
  • Il medico a cui bisogna rivolgersi in caso di disfunzione erettile è il medico andrologo

Avviso deontologico medico
Nota deontologica

L'Andrologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.

Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Andrologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.

Come branca della Medicina, l'Andrologia è estensione naturale dell'Urologia, cioè la specialistica che studia e cura tutte le patologie del tratto uro-genitale umano, con una mirata predilezione per le affezioni squisitamente maschili.

Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Andrologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale sulle patologie prettamente maschili.

Il Dott. Massimo Capone, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Trieste, tiene dunque a precisare che egli è un Medico Chirurgo Specialista in Urologia, e perfezionato poi Andrologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.

Chirurgo Andrologo a Trieste, Udine, Treviso, Padova e Lecce

Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Massimo Capone il giorno:

martedì 30 luglio, 2024

Il Dott. Massimo Capone è un Medico Chirurgo Andrologo, specializzato in Urologia e perfezionato in Chirurgia Andrologica.

Sin dal suo percorso accademico, il Dottore si è focalizzato sulle problematiche relative alla sessualità maschile, sulla chirurgia plastica e ricostruttiva dei genitali maschili, sulla chirurgia protesica del pene nonché sui disturbi della fertilità.

Competente, affidabile, cordiale, chiaro ed esauriente nel rispondere alle domande, il Dott. Massimo Capone ha introdotto, tra i primi in Italia, il protocollo rigenerativo dei tessuti dei corpi cavernosi del pene basato sulle onde d'urto a bassa intensità.

Nei suoi studi di Trieste, Padova-Pozzonovo, Treviso-Carbonera, Cervignano del Friuli e Galatone  (Lecce), il Dottore aiuta ogni giorno decine di pazienti affetti da debilitanti e psicologicamente spossanti disfunzioni sessuali come la disfunzione erettile, l'eiaculazione precoce, il calo della libido, l'infertilità maschile e la complessa riabilitazione post-prostatectomia radicale. 

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